Piano. Avanti. Quant’è che non ti riappropriavi dei tuoi spazi? Mentre svuoti la tua vita degli ultimi sei anni, riponendola ordinatamente negli scatoloni della memoria, da dove verranno opportunamente estratti per finire rimescolati e rinvigoriti nel tuo futuro, ti accorgi che non riesci nemmeno a pensare. Che stai camminando da solo da chissà quanto, e che avevi bisogno di ritualizzare il passaggio di stato per poterne prendere atto. Ma la malinconia non smette di morderti da dentro le viscere, mentre separi diligentemente il tuo dal suo, ricordando le tante scene analoghe tratte da film mediocri. E quando trovi quell’amplificatore che davi per perso da anni, non sai più se sorridere o piagnucolare, lì, per conto tuo.