Come da copione, quando si tratta di colpire la Lazio, persino la certezza del diritto sfuma. Non c’è da rallegrarsi se dei quattro anni chiesti da Palazzi – unitamente a 6 punti di penalizzazione e l’ammenda per frode sportiva alla Lazio – il primo grado racconti di 6 mesi di squalifica a Stefano per omessa denuncia e 20.000€ di multa alla società per responsabilità oggettiva. Non bisogna essere contenti, nonostante la giustizia sportiva (per la quale anche un ragionevole dubbio può essere sufficiente a comminare una pena severissima) non abbia *potuto* “menare” di più.

Aspettiamo il ricorso, che verrà presentato dai legali di Mauri e non da Palazzi. Noi vogliamo piena assoluzione e risarcimento: oltre la gogna mediatica, gli si sono aperte anche le porte del carcere. Vogliamo che Mauri si rivalga su Palazzi e il giornalista Mensurati presso le sedi competenti, perché c’è il fondato sospetto che essi abbiano allestito una vera e propria macchina del fango; due anni di sospetti insinuati obliquamente, con delle tecniche da lista di Proscrizione, e conseguente danno d’immagine. Il ragazzo è stato bravissimo a sopportare la pressione, giocando tra l’altro un’ottima stagione, ma adesso è ora di passare all’incasso.
Ora è il tempo del ricorso, e della pretesa della completa riabilitazione. Poi verrà il tempo delle scuse, infine quello della rivalsa civile.