E così Adinolfi – sperando di attirare rabbiosi hits sul suo sito – interviene sulla questione Laziali-Lotito, dimostrando questa volta non malafede (forse), ma solo una grassa ignoranza riguardo ai fatti che muovono la contestazione.
Nonostante sia romano, infatti, Adinolfi tocca le solite corde (quelle sollecitate dal Presidente, che, ricordiamolo, è l’unico ad avere diritto di parola. Lui e Tare).
Ma andiamo con ordine. Lotito ha salvato la Lazio nel 2003. La memoria corta dei tifosi è leggendaria, meno male che la rete lascia tracce: ecco un’intervista di Baraldi, che ricorda quel periodo concitato. Nulla levando al ruolo del Gestore ( su cui però sospenderei il giudizio storico, visto che è colpevole fino al secondo grado di giudizio per aggiotaggio, proprio in merito all’acquisizione del pacchetto di maggioranza della società), il suo problema è nell’essere talmente centrato sul proprio ombelico da non capire una serie di cose piuttosto semplici. Va bene, in questo è simile ad Adinolfi, ma almeno quest’ultimo sa usare la propria antipatia con criterio. Lotito no.
Lotito disprezza i tifosi. E un presidente che li disprezza, non può pretenderne l’appoggio, mi pare evidente. Il tifo garantisce visibilità, eventuale bacino elettorale, una buona possibilità di introito. Ma il tifo contesta, e questo è nel gioco delle parti. Sono stati contestati Cragnotti, Berlusconi, Sensi: gente vincente, in ambito sportivo. Lotito – fosse per lui – reintrodurrebbe il reato di lesa maestà . Lotito colpevolizza i tifosi, e ne invoca la presenza e l’attaccamento: ma cos’ha fatto lui per loro?
Ecco una lista incompleta e tutt’altro che esaustiva:

Capi ultras mandati in galera per questioni che in sede dibattimentale fanno ridere. Intanto sono lì;
Tifosi incarcerati a Varsavia (molti per non avere fatto NULLA, come accertato dai processi celebrati), e società completamente assente, salvo proclami davanti alle telecamere, puntualmente disattesi una volta spenti i riflettori.
Radio indipendenti monitorate e sempre in bilico di denuncia, per il mero fatto di non avere una linea filo societaria (ma solo deontologicamente aderente ai fatti);
Calciatori bandiera allontanati in malo modo per protagonismo (Negro, Di Canio, De Silvestri, ma è lunga);
Striscioni con domande legittime bloccati (e non c’era niente di relativo a Superga, come sono usi fare gli amichetti di Adinolfi, altro che “idea”. Sono tra i peggiori, solo ben protetti);

Questi alcuni dei FATTI che non trovano cittadinanza nel main stream mediatico. Poi ci sarebbero i danni (che a mio parere dovrebbero essere oggetto di indagini da parte della CONSOB, visti i danni patrimoniali causati):

Mi riferisco, ad esempio, al modo in cui abbiamo perso Pandev, messo fuori rosa e poi perso gratis per i deliri di protagonismo di un presidente incapace di dialogare. Di tutti i giocatori messi fuori rosa per il mero fatto di aver chiesto adeguamenti, con la conseguenza che alla corte di quel matto ora non vuole andare nessun calciatore, ragion per cui la Lazio è costretta a fare mercato fuori dall’Italia). Però Hernanes lo ha venduto l’ultimo giorno di mercato, proprio in Italia, e a una diretta concorrente, dopo aver spergiurato (è bugiardo) che non l’avrebbe fatto, irridendo chi osava insinuarlo.

Poi, perché Lotito non vuole fare aumenti di Capitale? E poi, come mai tra Lazio e Fiorentina, per esempio, c’è una discrepanza di mercato così forte, nonostante gli introiti dei diritti televisivi pendono a favore nostra?
Come mai non abbiamo un sponsor sulle maglie, a abbiamo perso quello che ora ha l’Atletico Madrid di Simeone, che lotta per la Liga? Può una società di Serie A avere l’organico di due persone, senza un organigramma degno di questo nome?

Infine, si badi bene: tra i 40.000 di Lazio-Sassuolo c’erano persone anziane, padri di famiglia, bambini (ancora ce ne sono, mi domando per quanto), gente comune. Tutte persone che con la Curva – amore per questi colori a parte – non c’entrano niente. Io sono di sinistra, ma in questa lotta sono a fianco alla Nord, tutta la vita. Perché la loro protesta è stata civile, intelligente, ben messa a fuoco. E mira al bene della Lazio, intesa come idea collettiva, come amore, come fede. A nessuno interessa una società coi conti in ordine, se poi tra i banchi delle elementari di Roma ci saranno più tifosi del Napoli che della Prima Squadra della Capitale.

Insomma, caro Adinolfi, la faccenda è un po’ più complicata di quanto non la dipinga tu, sulla scorta di una lettura della questione superficiale, parziale e faziosa. Siccome tu sei un giornalista, oltre che un polemista, ti inviterei a documentarti meglio su realtà complesse.
Capisco che lo stesso paradigma l’hai utilizzato sulle questioni etiche, e il tuo manualetto catto-ocurantista ne ha giovato. Ma sappi che così facendo sarai solo l’ennesimo segmento di una catena di disinformazione che sta rovinando il paese. Certo, magari benestante. Ma misero, dentro.