making structures

Cosa può cambiare nella vita di una persona in solo poche ore? Dipende. Dipende dal momento, dal luogo, dalla fortuna, dalla volontà, dall’apertura di cuore e dalle prospettive.

Proprio ieri, ho avuto il mio primo incontro con la D.ssa Šebelová dell’università di Brno, con cui ho avuto la conversazione più piacevole degli ultimi mesi, perlomeno qui in Česká Republika. Tanto per dirne una, grazie a questo scambio di idee molto proficuo, ho scoperto la Messa Glacolitica di Janáček, un’opera di rara bellezza che riesce ad incastonare nella struttura del messale elementi pagani al limite del ditirambo. Il mio impegno con lei è quello i preparare un incontro con degli studenti inerente il rapporto tra scrittore straniero e lingua italiana descritto nel libro In Altre Parole di Jumpha Lahiri.

img_4642-sSempre ieri, ho fatto la mia prima prova in terra Ceca con una band. Solo venerdì scorso ho imparato che “batterista” in ceco si dice “Bubenik”, ed ecco che ti trovo questo volantino presso un negozio di musica che è diventato la mia seconda casa da un po’. Si chiamano SimplyFightTrattasi di un gruppo di HardRock/QuasiMetal, che all’orecchio richiama molto le sonorità dei Maiden: due chitarre, basso batteria e voce. I brani sono originali, e i ragazzi mi sono sembrati molto accoglienti. È un genere che non ho mai praticato attivamente, ma che ho ascoltato da pischello con grande soddisfazione. Mando una mail, cui mi rispondono il giorno dopo. La domenica (in IBM) passata ad ascoltare un po’ i loro brani, proprio per non andare del tutto impreparato, e ci si accorda per il lunedi successivo, ieri. La prima prova è andata, nonostante io non avessi avuto il tempo materiale per mettere a punto almeno qualche struttura. Sono cmq riuscito a seguirli, anche in ragione del fatto che sono dritti, suonano insieme da un bel po’ e hanno i pezzi che vanno in automatico. Buon per me.

Insomma a quanto pare, anche a Brno finisco per suonare e intrupparmi con ambienti universitari. Il ché avvalora l’idea che da un po’ mi sta ronzando in testa: si può scappare da tutto, tranne che da sé stessi. Se siamo tondi, hai voglia a cercare spigoli. Segui il tuo essere, non negare la tua identità, non nasconderti e qualcosa arriverà. Poco, magari, ma come ebbi a dire qualche giorno fa ad un mio caro amico in Italia: “Pesa più mezzo chilo di pane al momento giusto che una tonnellata d’oro al momento sbagliato”: musica e conversazione trovate nel deserto dello straniamento del migrante valgono molto più di una vincita milionaria qualsiasi.

Stay tuned: se dovessi riuscire nell’impresa di tirare giù le strutture di 20 pezzi in due settimane, e poi provarli decentemente, potrei addirittura partecipare ad un live, il 25 ottobre. Chissà.