Il viaggio in Moto come bagno di realtà, si diceva?

Il giovedì decido di partire in serata, pur avendo lasciato la moto sul ponte la sera prima. Giungo in officina vestito di tutto punto, e mi accoglie il serbatoio smontato, proprio sulla porta. La moto è ancora lì; sella fatta, ma ruote da andare a recuperare; revisione del carburatore ancora da fare; insomma, poco si è andato avanti, e la partenza è rimandata. Meno male che ho calcolato tempi lunghi.

Oggi è venerdì. Bellissima giornata, ho appuntamento a Cornelia per ritirare Garuda, poi ritornerò in Prati, la caricherò e l’avventura potrà cominciare. La settimana santa è cominciata. Daje.

Non andiamo molto bene. Michele mi presenta un conto di 750€ aggiuntivi, di cui pretende un anticipo immediato. Sostiene che i pezzi della moto sono costati di più, e che sono sorti dei problemi durante il lavoro. Ribatto che delle cose che avevo chiesto, molte non sono state installate (tipo le molle progressive, la batteria che ho comprato io, i tubi in treccia e varie altre cose). Mi presenta una lista di spese, non corroborata da alcuna ricevuta, da cui si evince che i fluidi sono stati pagati il doppio del preventivo (i prezzi li avevo trovati io). La sella è stata fatta in fretta, e si vede: in alcuni punti la pelle non è attaccata all’imbottitura, ed è destinata a cedere. La vernice del cruscotto e della piastra (30€ – SOLO LA VERNICE) presenta tracce di pelo animale. Le manopole riscaldate non passano dal quadro, per cui possono essere accese dal ragazzino di passaggio, e mi ero raccomandato che questo non sarebbe dovuto accadere. Le sensazioni di guida non le riesco a percepire, perché Michele (andando a ritirare le mie ultime 400€ disponibili) insiste per venire dietro a me, e io non guido da due anni. Inoltre, la moto mi è stata consegnata in ritardo, ed è per questo che purtroppo devo cedere per dargli gli altri soldi. Non so se si è trattato di disonestà; in altre occasioni i ragazzi mi hanno aiutato con piacere e a prezzi molto onesti, ma di sicuro non sono contento della manovra. Avranno anche sforato il preventivo, ma se acquisti dei materiali che non sono coperti dall’anticipo devi avvertire, e soprattutto mi devi mostrare le ricevute, invece che questo:


Scappo via, completamente drenato nel conto in banca italiano, con il peso di un debito sulla testa (che non sento giusto) e in ritardo bestiale: meno male che Paolo potrà ospitarmi a Padova, quindi eviterò di viaggiare con il buio.

Arrivo a Prati e carico le valigie. Dimentico la pompetta dell’asma, e opto per non portarmi dietro i 5 chili d’olio d’oliva, per paura che il sole lo rovini. Sotto casa, l’intera famiglia mi aiuta, mi sostiene e ci si fa anche qualche risata. La Parodia del viaggio sarà rappresentata – per volere materno da “Paperino e Zoccolo di Fuoco”, storia di Barks in cui il protagonista fa il fantino, e richiama alla fantasia di mia madre il sottoscritto, con gli abiti tecnici, che lei vede come segue:

Sono le due del pomeriggio. Sarei dovuto partire ieri alle 11. Ecco cosa intendo per “Bagno di realtà”.

La giornata è bella, grazie a Dio. C’è un bel sole, e decido di fare la Flaminia per un po’, per “sentire” la moto. L’avantreno – nuovo – non mi restituisce un buon feeling, nonostante i cuscinetti del piantone e la boccola della pinza destra siano stati sostituiti. Ma il motore va bene. La trasmissione è nuova, i dischi sono nuovi, i fluidi sono tutti freschi e le forcelle sono belle elastiche (come da un bel po’ non mi capitava di sentirle. L’olio sembrava acqua). Mi lascio Civita Castellana alle spalle, rinuncio ad uno stop da Lucciano per paura che le chiacchiere (inevitabili) mi sottraggano tempo, che già scarseggia.

Pettino un po’ l’asfalto fino a Magliano, poi decido di imboccare l’autostrada, per cercare di arrivare il più lontano possibile con la luce. Qui finisce il viaggio mentale, e comincia quello fisico.