Oggi ricorre il novantesimo dall’assassinio di Matteotti. È bene non dimenticare un paio di cosette.
La prima è che Mussolini si assunse la responsabilità politica e penale dell’omicidio, fondando su di esso un regime sanguinario, minato sin dalle sue basi dal sangue. La seconda è che le forze e la piazza dell’epoca richiesero le dimissioni del Primo Ministro a gran voce, e fu solo per l’appoggio dei Savoia che Mussolini poté diventare il Duce, portare un paese prima alla vergogna indi alla distruzione e infine alla “riprogrammazione” per mano angloamericana, rendendo qualsiasi forma di sovranità (culturale, economica, politica) un fasto del passato. Appoggiato da quei Savoia che lasciarono Roma in mano ai nazisti per andare a Brindisi per salvarsi il culo.
Last but not least, non dovremmo dimenticare che Matteotti fu assassinato da Dumini e compagnia alla vigilia di un intervento alla camera, accuratamente preparato e documentato, che avrebbe svelato gli intrighi tra Arnaldo Mussolini e la britannica Sinclair OIL, che mirava all’esclusiva per il sondaggio in cerca di gas naturale nel nord Italia. In cambio di supporto economico a Il Popolo d’Italia, organo del PNF e diretto dal fratello del Duce, egli avrebbe assicurato appoggio politico all’accordo.
Siccome c’è più di qualche nostalgico dell’onesta brutalità (ma onesta, dice) delle camice nere, raccomanderei a tutti i fascistelli di Casapau e compagnia di andarsi a vedere gli atti del processo, se proprio sono schifati dai libri di scuola scritti dai vincitori. E, parlando di tali atti, verificassero di persona l’andamento del processo, tolto a magistrati indipendenti e consegnato al cognato dell’avvocato difensore di uno degli imputati. Si renderanno conto che non molto è cambiato nel corso di questi novant’anni. La violenza dei coglioni è rimasta la migliore arma nelle mani del potere costituito, che i suddetti coglioni credono di scardinare.
Per questo, al netto del mio senso di civiltà che mi rende strenuo difensore del giusto processo e della dignità di ogni essere umano, posizione questa *inderogabile* dal mio punto di vista, mi scandalizzo per la sorte di Mussolini, finito appeso a testa in giù a una pompa di benzina a piazzale Loreto con spirito contrastato.